Letture

I Love Your Style - Amanda Brooks
Negli ultimi mesi recensioni e commenti inerenti il libro I Love Your Style (Mi piace il tuo stile) sembravano saltare fuori ad ogni angolo. Ero rimasta incuriosita dell’attenzione che questa pubblicazione riceveva su riviste, webs e blogs, per non dire quasi irritata.


Poi trovai il libro sul tavolo delle letture in uno dei posti piu’ impensati, dal parucchiere,
Con un sottotitolo del tipo: “come definire e rinventare il tuo stile personale” non si puo’che essere curiosi, non vi pare? L’autrice, Amanda Brooks, e’ l’attuale Direttore Moda Donne dell’uber stylish grande magazzino Barneys a New York, da brava italiana insicura della propria imagine, ci sara’senz’altro qualcosa da imparare, mi sono detta.

I primi capitoli, inerenti la vita dell’autrice, vi faranno venire verdi di gelosia, attenzione quindi! Nata in una famiglia agiata americana, Amanda studia in scuole private, ha come compagne di scuola ragazze della ricca societa’ WASP e trascorre le sue vacanze in Europa. Si veste Lacoste e Ralph Lauren. Nei suoi circoli privilegiati e’chiaro che l’abito conta molto.

Poi si trasferisce nella grande metropoli New York, attende l’universita’, dove piu’che dedicarsi allo studio trascorre il suo tempo ricercando cosa mettersi e come trovare abiti di marca a basso costo. A NY le amiche spendono normalmente  piu’ di mille dollari per una borsa, comprono intere collezioni per stagione, e lei si sente inferiore, forse per la prima volta nella sua super agiata vita.. Insomma con suo grande dolore  non e’ piu’ la benestante del gruppo. Sono gli anni ottanta.

Nei mesi estivi cerca un passatempo carino, manco a dirlo la celebre fashion designer Diane von Funstenberg le offre il posto. Cosi come se fosse facile entrare nel mondo della moda a diciotto anni. Be’ non e’ facile per noi, comuni mortali, ma per Amanda lo e’, basta usare le conoscenze di famiglia,  infatti Amanda usciva con il fratello dell Funstenberg. (Vedete come tutto il mondo e’ paese?!)

Inizia cosi per questa spilungona, secca, piatta e dall’aspetto veramente banale la scalata nel mondo della editoria femminile. Scrivera’ qualche articolo per Vogue, diventera’ la musa ispiratrice (posizione descritta nel libro come un lavoro full time) della casa di moda Tuleh e quando questo marchio fallisce decide che e’ tempo di dare consigli modaioli  alle masse, inizia (manco a dirlo) un blog e scrive questo libro.

Sara’diventata una vera e propria esperta del settore, direte voi, dopo anni di visite ed inviti ai piu’ acclamati fashion shows, articoli su Vogue, la bibbia mondiale della moda e mesi di duro lavoro come “musa”? Invece purtroppo no! Essere fotografata in prima fila ai defile’ non ti rende automaticamente  un’esperta di stile, ne tanto meno una brava scrittrice, e’chiaro. In generale la pubblicazione manca di ogni tipo di riflessione; ti aspetteresti alcune connessioni con la storia della moda, elaborazioni su come fattori politico ed economici influenzino il nostro stile personale o magari qualche lezioncina culturale, invece niente di tutto cio. Il libro non e’altro che una povera collezione di pensieri semplici e qualche volta pure infantili dell’autore.
I consigli che leggiamo sono  se trovate un paio di pantaloni che vi stanno bene compratene un paio di una taglia piccola – cosi da sembrare piu’ magre – ed un paio della vostra taglia – per quando volete stare comode”. ..ma chi vuole sentirsi strozzati tutto il santo giorno in un paio di pantaloni di una taglia piccola? Oppure “comprate una camicia di seta da 300 dollari, sara’ un ottimo pezzo basic, anche se dovete portarla sempre in lavanderia vi durera’certamente almeno un anno”..una camicia da 300 euro come pezzo per tutti I giorni? non so voi ma io la trovo un po’ cara come pezzo di base. Ed ancora : “una cintura vi aiutera’ a dare piu’ forma quando indossate un vestito largo”. Davvero? Da chi abbiamo sentito questo consiglio negli ultimi trent’anni? Ah si….le nostre madri……ah ah che non hanno mai frequentato il jet set della moda mondiale.

Ci sono una valanga di ragazze con talento che ucciderebbero per avere un articolo pubblicato su Vogue o solo essere notate da uno degli editori. Se solo penso a certi blog che sono cosi ben scritti intelligenti e lungimiranti. Ci sono miglioni di giovani scrittori che meriterebbereo di essere pubblicati immediatamente. Invece pubblicano le varie Brooks, che non sanno scrivere, ma che si sono costruite un network influente. Come se non bastasse, ad Amanda viene anche offerta la posizione de Barneys, sono proprio curiosa di vedere quanto resiste in un posto di lavoro dove bisogna far salire le cifre.

Shocccanti sono pure le recensioni osannanti dei lettori, vedi su Amazon. Non avevo idea ci fossero cosi tante donne disperate la’ fuori, pronte a credere questo tipo di imbecillita’. Alcune ringraziano l’autrice per aver finalmente condiviso consigli cosi profondi ed importanti, roba da pazzi.

E voi cosa ne pensate? Avete uno stile personale? Da chi avete imparato? E quali sono stati I consigli piu’utili che avete seguito?

Peccato (o perfortuna per voi) il libro non e’ ancora disponibile in Italiano, per chi volesse darci un’occhiata on line, non e’difficile da leggere nemmeno in inglese, I testi sono semplici, corti e concisi, anzi per essere precisi non ci sono proprio dei testi. Amanda commenta delle fotografie e oggi giorno questo stile viene definito scrivere un libro.

In questa era di social media e globalizzazione bisogna stare molto attenti quando un libro viene definito “interessante”. Spesso dietro questa definizione c’e’solo una grande campagna commerciale dell’editore.

In conclusione, questa storia ha confermato quello che avevo gia’ scoperto da tempo, ovvero che lo stile personale non si costruisce esibendo marche, seguendo alla lettera cio’ che viene pubblicato sulle riviste o cio’ che dicono ricche insicure signore annoiate della borghesia americana. Si tratta piuttosto di un viaggio personale alla scoperta di chi siamo e di cosa vogliamo che inizia da bambini e che ci segue per tutta la vita.

Concludo con una quotazione di Diana Vreeland, una signora che di moda se ne intendeva, e molto, essendo stata una delle prime redattrici di moda, I suoi consigli e colonne di moda erano sempre precisi ed pertinenti, pieni di buon senso, oroginalita’e creativita’:

L’unica vera eleganza e’ quella della mente; se avete quella, il resto segue
The only real elegance is in the mind; if you've got that, the rest really comes from

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Cyclepedia
Questa applicazione per iPad e' una vera e propria enciclopedia digitale sul mezzo a due ruote.
Premetto, io ODIO la bici e vivo nel paese dove gli abitanti non ne possono fare a meno, diciamo che il contenuto non mi interessa un granche' ma il programma e' veramente ben disegnato, non vi pare?



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Il Corpo delle Donne

Il documentario di un giornalista olandese, inerente ragazze italiane che preferiscono una carriera in TV alla universita', mi ha profondamente rattristrato. Vedere come il governo Berlusconi scelga ministri per le apparenze e non per i contenuti e' una cosa scandalosa.
Il Corpo delle Donne parla proprio di tutto questo. Mi chiedo dove sia il mondo della cultura italiana e dall' alta industria, perche' nessuno si ribella a questo tipo di comportamenti.
A tutte voi amiche intelligenti, moderne ed ambiziose, dico CORAGGIO!,  come Valeria Golino nel suo discorso in piazza a Roma, vi sollecito a non lasciarvi abbattere, protestate, urlate e dimostrate, noi dall' estero siamo vicini a VOI.
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Love magazine
La rivista inglese Love - curata e diretta dalla stilista Katie Grand - non e' facile da trovare
se non vivete in una grande metropoli. Perfortuna il loro web offre una serie di films per chi vuole seguire i trends del mondo della moda con la M maiuscola.






Messaggio di Franca Sozzani

Cari amici di blog, sono pienamente daccordo con questa lettera della direttrice di Vogue Italia, Franca Sozzani, e spero lo sarete anche voi!! Anna


Ci lamentiamo tanto del nostro "Italian Trash" quando invece bisogna ammettere che il trash è assolutamente internazionale. Colpisce indifferentemente ogni Paese del mondo. In America spopola in questo momento e anche in Italia, purtroppo, Jersey Shore, un reality con otto giovani italo americani "buzzurri e volgari".

La nostra immagine non ne esce bene ovviamente, anzi, e, nonostante le proteste di tutte le comunità italiane, la trasmissione ha un enorme successo. Sembra incredibile che tutto quello che è brutto esteticamente, cheap, ignorante, scurrile e senza altro senso che quello di far vedere (come altre trasmissioni tipo Grande Fratello e L'Isola dei Famosi, tutti format d'importazione straniera) giovani sguaiati che litigano, si insultano, si ubriacano e amoreggiano, abbia tanto successo. È così. E così hanno successo.

Ma perché il brutto attrae così sconsideratamente e soprattutto un pubblico giovane? Che cosa c'è di così interessante per stare ore a guardare gente brutta, vestita male e che parla peggio? Perché ci si deve abbassare a dei livelli così bassi? Sembra impossibile che la gente abbia il desiderio di inebetirsi davanti a tanta dozzinalità. È ignoranza, mancanza di interessi veri.

Ma questo non è un fenomeno esclusivamente italiano e che si faccia un reality sui giovani italo americani come se la "buzzurraggine" fosse una prerogativa tutta nostra, penso che non sia accettabile. È questa l'immagine che esportiamo all'estero? Evidentemente, per la grande massa, sì.

Penso ci sia da fare un lavoro per rivalutare la nostra cultura e la nostra storia. E la nostra immagine. Forse trovare formule divertenti e non noiose. Ma stare a farci prendere in giro da Paesi che non hanno nè storia nè cultura è veramente avvilente. E lo è ancora di più che nessuno faccia niente per migliorare la situazione.

La colpa è anche nostra. Succede qualcosa di bello per l'Italia e noi continuiamo a dedicare almeno le prime quattro pagine a delle ragazzotte che ci fanno partecipi in diretta di un reality agghiacciante. Annunciamo con enfasi al mondo intero, come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi, ogni scandalo, anche il più miserevole.

E poi ci sorprendiamo? Sì, mi continuo a sorprendere perché c'è un orgoglio per un Paese che è un concentrato di cultura e si propone come un concentrato di trash. Milano è stata considerata dal New York Times una delle cinque città da visitare al mondo. Un articolo e poi niente.

Le notizie che ci possono dare dei vantaggi passano in secondo piano e il risultato è che la nostra immagine ne esce sempre più debole.

Dovremmo avere un po' più di passione per noi stessi e cercare di raccontarci al meglio e non esporre sempre le nostre bruttezze come dei trofei. Giusto parlarne, ma dare anche spazio a quel qualcosa di buono che facciamo sarebbe per una volta costruttivo. E chi ci governa si prenda le sue responsabilità ad aiutare un Paese ad essere valutato per quello che è. Il paese della storia e della cultura.
Pubblicato:31 gennaio 2011
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L' album dei Fiori - Dietmar Busse

Il fotografo tedesco Dietmar Busse ha pubblicato un po'di tempo fa l'Album dei Fiori (Flower Album).
Si tratta di una poetica serie di immagini dove usa petali e piante per addornare le persone che ritrae.
Date un'occhiata qui (cliccando su next per andare avanti).


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Tavi Gevinson

Per augurare al nostro nuovo blog buona fortuna , ho pensato di scegliere una figura protettrice.

Eccola qui: TAVI GEVINSON!
Non vi esorto a cliccare il suo blog STYLE ROOKIE, che ha già un oceano di lettori, ma spendo volentieri due parole su di lei e sui buffi casi della vita.
Dunque, Tavi ha quattordici anni e da quando ne ha undici scrive sul suo blog.
Si occupa di moda ed è diventata lei stessa un'icona dei trends contemporanei.
I più grandi stilisti la apprezzano,Carl Lagerfeld la definisce la più deliziosa dei blogger. Tutti, da quel che leggo sul New Yorker (da cui è tratta questa foto) le mandano abiti in regalo e sperano di diventare ancor più famosi attaverso il suo blog.
In questa era in cui un blog ti rende così improvvisamente potente e sei sbalzato su tutte le riviste come icona-sembrando immediatamente una figura mitica e irraggiungibile- c'è però un aspetto grottesco.
Questa icona abita a due blocks da casa mia. Va alla scuola pubblica in cui ho fatto lezioni l'anno scorso e la posso incontrare per strada da un giorno all'altro (senza rischiare naturalmente di confonderla con nessun'altra, dati soprattutto i vistosi copricapi) .
Non è buffo? Egocentrica e provocatrice, in questa città conformista e tranquilla, non mi stupisce che abbia deciso di sfidare la situazione! Mi è quasi simpatica.
E poi ha citato la mia artista preferita, Cindy Shermann, per avere in comune con lei la ricerca di una bellezza nuova, (ma dico, può una quattordicenne conoscere già Cindy Shermann?).

E allora Tavi, dal basso delle tue profonde solitudini e dall'alto della tua coraggiosa ricerca creativa, assisti queste post adolescenti e il loro nuovo blog !

Maura


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Figlio mio lascia questo paese?

Forse alcuni di voi avranno letto questo articolo pubblicato sulla Repubblica un po' di tempo fa.
Si tratta di una lettera aperta dello scrittore Pier Luigi Celli, che consiglia il figlio appena laureato di lasciare l'Italia.

L'Italia che il Celli descrive, e' l'Italietta che tutti voi conoscete fin troppo bene. La lettera ha creato un certo scompiglio nel mondo dei blog di espatriati e non e persino la rinnomata rivista americana Time se ne e' occupata ampliamente. Non perdero' quindi tempo nel constatare i soliti fatti, che il governo sia un fallimento totale non ve lo devo dire io.

Qui invece mi permetto di darvi la mia umile opinione - vivendo all'estero da 15 anni - direi di aver sviluppato un certo punto di vista.

Io credo nelle enormi capacita' e creativita' del popolo italiano, ma diciamocelo, la corruzione ed il nepotispo fanno purtroppo parte del nostro DNA, in diversi livelli si intende ( dalla piccola raccomandazione fino alla mafia...) questa maniera di pensare fara' sempre parte della nostra cultura.
Per tutti noi quarant'enni e' troppo tardi - cari amici vi dovete barcamenare come potete, investite nelle nuove generazioni.

A mio avviso l' Italia del futuro deve lasciar perdere la "laurea" a tutti i costi, e puntare di nuovo sulle risorse locali e la piccola e media impresa.

L' incredibile patrimonio artigianale si sta perdendo, perche'?
Perche' volete un figlio laureato ed infelice a tutti i costi? Il posto "sicuro" non esiste piu' e menomale!
Chi si occupera' del nostro patrimonio artistico e culturale tra vent'anni? chi sara' capace ancora di lavorare nel tessile, la pelle, il vetro, la ceramica o nel settore alimentare???? per citarne alcuni.
Lo scrittore americano Richard Sennet ha pubblicato un libro lo scorso anno dal titolo "The Craftsman" (L'artigiano), Sennet si pone queste domande ed analizza il ruolo dell' artigiano.

Queste tecniche saranno presto rivalutate e riscoperte. E credetemi i cinesi sanno copiare, ma non possiedono la stessa raffinatezza tecnica e l'occhio estetico dei nostri artigiani.

La globalizzazione ci sta stancando, nel futuro si vorra' dinuovo comprare serie limitate in piccoli negozi dove il proprietario si interessa personalemte del cliente. Le grandi catene di spazzatura modaiola a pochi euro sono destinate a sparire. Grazie ad internet questo movimento e' gia' in azione.

Ikea dovra' arrendersi, perche' non vorremmo piu' cambiare divano ogni anno, ma rivaluteremo i mobili fatti con precisione da artigiani consapevoli, che non deforestano il mondo, non inquinano con lo shipping mondiale. Riscopriremo (e lo stiamo gia' facendo) il ri-uso dei prodotti, il riciclo intelligente e le materie e risorse locali.

Allora invogliate le nuove generazioni a seguire una strada che li appassiona fortemente, non spingeteli nelle universita' a tutti i costi. Lasciateli andare per il mondo a scoprire cosa amano veramente fare e consigliateli di provare nuove strade grazie ad interniships e scambi all'estero. Obbligateli - dico OBBLIGATELI - ad imparare almeno due lingue straniere.
Sennet dice che bisogna "trascorrere più tempo con le persone che sanno fare le cose" e meno ad ascoltare i discorsi dei manager. Le persone che sono orientate a sviluppare le proprie capacità anche quando perdono il posto sono più sicure, forti della propria autostima e questo è un vantaggio in un momento di minori protezioni e di scarsa mobilità sociale.

Educateli a salvaguardare il nostro ricchissimo patrimonio socio culturale, fategli visitare musei fin da piccoli e mercatini di prodotti organici, portateli nelle aziende agricole ed insegnateli a rispettare la natura.

Educateli a scegliere saggiamente, si puo' vivere estremamente bene con pochi soldi, senza auto e accessori modaioli, ma contenti di alzarsi ogni mattina e dedicarsi ad una professione che non li rendera' dei perenni frustrati.

Educateli a lavorare dall'alba al tramonto, ad essere seri e professionali in tutto cio che fanno, ad essere competitivi, ma onesti, proveranno la solida soddisfazione di chi ha una dignita' e rispetteranno la comunita' che li circonda.

La Nuova Italia e' solo possibilie con le nuove generazioni!

Termino con questa frase del celebre attore e scrittore Orson Welles, che traduce perfettamente i miei sentimenti:

"Gli Italiani furono dominati per quatant'anni dai Borgia, sopportarono guerre, massacri e terrore.
Nonostante cio' si svilupparono menti come Michelangelo, Leonardo da Vinci e movimenti importanti come il Rinascimento. In Svizzera vissero sempre in amore fraterno, ebbero cinquecento anni di democrazia e pace e cosa furono capaci di produrre? L'orologio a cuccu!"

“In Italy for thirty years under the Borgias they had warfare, terror, murder and bloodshed but they produced Michelangelo, Leonardo da Vinci and the Renaissance. In Switzerland, they had brotherly love; they had five hundred years of democracy and peace and what did that produce? The cuckoo clock.”(Orson Welles, american actor, writer and producer)


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Descritto dal New York Times come "un gioiello per gli esperti do moda", il libro di fotografie Take Ivy
venne originalmente pubblicato in Giappone nel 1965, a seguito dell'esplosione dell'American style in quel paese. Si tratta di un libro di foto che riporta lo stile degli studenti nei campus delle migliori universita' americane (denominate appunto Lega Ivy). I ritratti sono in maggioranza di soggetti maschili, lo stile e' ovunque - dalla biblioteca allo sport - impeccabile.
PowerHouse ha ristampato di recente il libro, che e' diventato una sorta di documento dello stile dell'epoca.

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